Abbiamo da tempo inserito il bilinguismo tra i fondamenti dell’approccio pedagogico. I bambini utilizzano suoni articolati e parole, per farsi comprendere, per chiedere delle cose, per vivere appieno la relazione con il caregiver. Questo è uno dei motivi per cui anche i bambini molto piccoli possono tranquillamente essere ‘esposti’ a lingue diverse. Inoltre dobbiamo tenere presente che nei primi tre anni di vita la plasticità del cervello è massima e la modalità di acquisizione delle lingue avviene con la stessa modalità di acquisizione della prima lingua. Non ultimo l’aspetto multiculturale e globale della nostra società che ci impone di muoverci in ottica formativa, dedicando la massima attenzione ad aspetti come l’inclusione e l’accoglienza dell’altro. Uno degli aspetti più importanti della nostra filosofia è proprio quello di preparare i bambini alla complessità del mondo che troveranno sulla loro strada da grandi. Nei nostri servizi educativi non abbiamo ‘laboratori di inglese’, spazi dedicati all’insegnamento di parole straniere, abbiamo educatori madrelingua che attiveranno la costruzione di questo nuovo vocabolario nel corso della relazione: durante la pappa, prima della nanna, al cambio del pannolino, quando i piccoli sono motivati ad ascoltare, a esprimersi e farsi capire. Con i tempi di ognuno.