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Co-sleeping: spesso è la risposta a un bisogno

Il co-sleeping, dormire con il proprio bambino nel lettone, è la scelta giusta? Quante volte ci siamo chiesti se può diventare un vizio, se andrà ad intaccare la relazione di coppia, se è pericoloso per il bambino ancora troppo piccolo…

Facciamo un po’ di ordine grazie anche al contributo della Dottoressa Margherita Fassari, psicologa dello sviluppo e Coordinatrice Centrale degli asili di Crescere Insieme.

“La vicinanza fisica ai genitori è un bisogno fondamentale del bambino che può intensificarsi al momento del passaggio al sonno.

Dormire insieme, scegliendo fra le differenti opzioni disponibili oggi, rafforza il legame di attaccamento, in quanto accorcia i tempi di risposta del genitore alle richieste del bambino e garantisce quel senso di sicurezza che viene trasmesso dalla vicinanza del corpo e del respiro del genitore, senza che ci sia per forza bisogno di contatto. La scienza ha ormai ampiamente dimostrato che il co-sleeping non ha nessun impatto sull’autonomia del bambino. Resta pertanto una scelta puramente personale della coppia e della famiglia, dettata dalle proprie convinzioni, dal background culturale di ognuno e, ovviamente, dal grado di comfort con il quale i genitori vivono o meno l’una o l’altra scelta.”

Sono del tutto superate le teorie per cui il pianto del bambino fa bene e la distanza creata dalla cameretta è un freno per il genitore che in questo modo non si alzerà ad ogni richiesta.

Benefici del co-sleeping: quanto è utile?

Il co-sleeping può effettivamente favorire l’instaurarsi di un ritmo sonno-veglia più fluido e sereno, ritmo che ha bisogno di qualche tempo per regolarizzarsi. Può diventare davvero fondamentale per l’allattamento al seno perché in questo caso i bambini hanno ritmi di sonno più brevi e richiedono continuamente la presenza della mamma che, se agevolata nell’allattamento, riuscirà a riposare di più e meglio. La mamma potrà più facilmente farsi aiutare dal suo compagno una volta terminato l’allattamento, per eventuali cambi o coccole della nanna, e approfittare per recuperare tutta la stanchezza accumulata negli ultimi mesi.

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Se i genitori hanno pareri diversi che fare?

È molto importante che i genitori condividano la scelta del co-sleeping perché l’armonia e la serenità della coppia è fondamentale nella prima fase di vita dei bambini che sono più rilassati e calmi se intorno a sé non vivono momenti di nervosismo e di disagio.

Le alternative sono molte, basterà mantenere un dialogo costante tra i genitori che consenta ad entrambi di vivere al meglio i primi mesi di vita del piccolo a casa. Qualche incursione per una coccola nel lettone potrà essere tollerata da papà, oppure si potrà sistemare una zona dedicata al piccolo nella stessa stanza o ancora si passerà alla scelta della cameretta separata ma lasciando la porta aperta…

C’è un momento giusto per interrompere il co-sleeping?

Saranno i genitori a definire il momento giusto per iniziare a far dormire il bambino da solo e dipenderà da una serie di elementi come la stanchezza o il desiderio di avere una maggiore intimità di coppia. Sarà importante arrivare ad una decisione condivisa.

A questo punto i genitori dovranno essere decisi e fermi per accompagnare con gentilezza il bambino in questo passaggio importante. Per qualche tempo potrebbero esserci dei risvegli che andranno gestiti con pazienza e amore per riaccompagnare il bambino nel suo letto e attendere che si riaddormenti. Il processo potrà essere favorito attraverso l’utilizzo di oggetti transizionali e attraverso l’instaurarsi di rituali di addormentamento che contribuiscano al passaggio al sonno in maniera serena.

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E se continuerà a chiedere del lettone?

“Tutto quello che rimane un’eccezione non deve mai preoccuparci come genitori, sarà bello lasciare che si intrufoli nel lettone e svegliarsi la mattina tutti insieme. Un brutto sogno, il bisogno di andare in bagno, avere sete, saranno tutte occasioni buone per infilarsi sotto le coperte di mamma e papà. I bambini sanno riconoscere da soli la differenza fra un’eccezione e la regolarità, quando il processo è stato sereno e condiviso.” spiega la Dottoressa Fassari.