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Emergenza COVID-19 …Parliamone con i nostri bambini

11Emergenza COVID-19

Cari genitori, vi sarà capitato in questi giorni di ascoltare notizie e telegiornali davanti ai vostri figli o di commentare i provvedimenti o l’incessante e continua catena d fatti che sta sconvolgendo il nostro paese. E se questo non fosse capitato, ricordiamo che i ragazzi sono stati travolti da uno sconvolgimento grande nella propria routine quotidiana; non vanno più a scuola, non posso uscire, né incontrare gli amici di sempre, non possono fare sport, magari non possono nemmeno incontrare i nonni e sono rinchiusi con uno o tutti e due i genitori e altri fratelli nelle quattro mura di casa.

Quando noi per primi sentiamo le nostre certezze e sicurezze vacillare, le poche parole che abbiamo citato condensano esattamente quello che dovrebbe essere il ruolo dei genitori: rassicurazione, presenza, contenimento. E’ bene che i nostri figli sappiano cosa sta succedendo e che lo sappiano da noi.
Magari non tutti ci sentiamo a nostro agio al pensiero di affrontare argomenti simili con i nostri ragazzi e bambini, soprattutto in una società come la nostra che tende sempre più a negare e nascondere la fatica, la sofferenza e la difficoltà. Ma questa è una responsabilità dalla quale non possiamo e non dobbiamo sottrarci come genitori.

Allora ecco qualche piccolo consiglio, per vincere paure, imbarazzi e senso di inadeguatezza e riscoprirci magari, alla fine dell’epidemia, più vicini e più aperti al confronto.

1. Prima di tutto dobbiamo capire cosa già sanno i nostri figli o cosa credono di sapere, ponendo loro delle domande che siano adeguate all’età. Se non ci rispondono o tendono a sfuggire, non incalziamoli e cerchiamo noi di dare alcune informazioni, affidabili, chiare e veramente essenziali.

2. Il nostro primo dovere è spiegare e dire la verità. La verità non si identifica con le notizie allarmanti che vengono dai media. Non significa riportare ai bambini quello che leggiamo sui quotidiani o sui social. Tantomeno significa metterli davanti ai notiziari dell’ultima ora. Nel dare le informazioni dobbiamo essere sinceri, senza dimenticare che la nostra priorità è che i nostri figli si sentano al sicuro. Non offriamo più dettagli di quelli strettamente necessari o non esplicitamente richiesti da loro.

3. Se non sappiamo rispondere a qualche domanda, o fugare qualche dubbio, ammettiamolo, cercando di evitare risposte di senso comune che potrebbero metterci in difficoltà, se dovessero essere seguite da richieste di maggiore dettaglio.

4. Mentre parliamo cerchiamo di mantenere un tono di voce serio, ma calmo e rassicurante. Ricordiamoci che dobbiamo essere un contenimento, non uno strumento di maggiore allarmismo.

5. Siamo onesti sulle nostre preoccupazioni e lasciamo spazio alle loro paure, riconoscendo che tali emozioni sono assolutamente normali in una situazione come questa, in cui ci sentiamo totalmente in balia di eventi che non è in nostro potere governare. Cogliamo l’occasione per dire loro che ci saranno altri momenti difficili nelle loro vite e anche se non sarà possibile sapere in anticipo e controllare quando si verificheranno, potranno comunque fare tesoro di questa esperienza per ricordare a loro stessi che possono farcela.

6. Per quanto possibile, mettiamo in evidenza tutti i modi e gli strumenti con cui possiamo riappropriaci di una sensazione di controllo: condividiamo e insegniamo le procedure da seguire chiarendo che queste prassi ci aiuteranno a essere una parte attiva non solo nel non ammalarci, ma anche nel non fare ammalare gli altri vicino a loro.

7. Valorizziamo il lavoro e l’impegno dei medici e degli infermieri in prima linea e degli altri scienziati e ricercatori stano lavorando giorno e notte per trovare un vaccino.

8. E se ci chiedono “si guarisce?” Anche qui, vince l’onestà. Rispondiamo loro che quasi sempre si guarisce e che le volte in cui questo non succede, spesso è dovuto alla presenza di altre malattie che già hanno affaticato il nostro corpo e i suoi soldatini.

“Ce la caveremo vero, papà?
Sì. Ce la caveremo.
E non ci succederà niente di male.
Esatto”.
La Strada – Cormac McCarthy