Con la fase 2 sono riprese moltissime attività economiche, ma il provvedimento ha allo stesso tempo trascurato alcuni servizi della massima importanza pubblica, come ad esempio gli asili nido, che rimangono ad oggi ancora chiusi. Crescere Insieme ha lanciato un grido di allarme nella speranza che i tavoli politici si impegnino su questo tema prioritario per la società e il Paese e che il problema venga compreso e gestito con la massima urgenza.
In molti paesi europei nidi aperti con la Fase 2
Dopo aver cercato di dialogare con i referenti istituzionali di Comuni e Regioni, scritto al Ministero, fatto rete con i Comitati che si sono creati in questi ultimi due mesi, Crescere Insieme – Esperia ha deciso di rivolgersi all’opinione pubblica proponendo una domanda molto semplice:
“Perché gli altri Paesi in Europa sono riusciti a riaprire i Nidi? Perché in Italia questo fondamentale servizio di sostegno alle famiglie è stato abbandonato con il rischio che 1 struttura su 3 sia costretta a chiudere?”
Questa prolungata (e incomprensibile) chiusura degli asili nido ha un impatto sia sulle famiglie, sia su quella importante porzione di tessuto economico che ogni giorno gestisce e mantiene vive e operative le strutture.
Cosa si può fare?
E’ importante confrontarsi con l’Europa, capire cosa si fa in Norvegia, Danimarca, Francia, Germania, Svizzera. Denunciare la disperazione delle famiglie e degli operatori. Riscontrare il ritardo dell’erogazione della cassa integrazione quando richiesta e rilevare che non è prevista la continuità di ulteriori quattro settimane tra giugno e luglio.
Potremmo presto accorgerci che pochissimi responsabili politici e istituzionali conoscono questo scenario nella sua complessità, e che quasi nessuno ha deciso di confrontarsi con coloro che stanno affrontando questi temi in Europa.
La denuncia di Crescere Insieme
“Siamo pronti ad ospitare le istituzioni in una qualsiasi delle nostre strutture, vorremmo far vedere al Paese i nostri 300 Educatori, che non si sono fermati un solo giorno perché abbiamo organizzato l’asilo virtuale #continuiamoacrescereinsieme per non abbandonare le famiglie durante l’emergenza Covid19, vorremmo proporre una visita alle strutture, sanificate e pronte a riaprire in qualsiasi momento, vorremmo raccontare dei costi altissimi per mantenere gli affitti, la cura dei giardini, la predisposizione delle biomense, l’assistenza alla genitorialità attraverso i nostri specialisti, il supporto nelle situazioni che richiedono inclusione attraverso i progetti di bilinguismo. Noi ci siamo sempre stati ma completamente soli, il nostro Paese dov’era? Dov’è?” dichiara Domenico Crea, Direttore Generale di Crescere Insieme Esperia.
“Crescere Insieme potrà resistere ancora per poco e siamo tra le prime aziende private del settore, non osiamo immaginare quello che sta accadendo alle strutture più piccole. Il sistema italiano degli asili nido è un sistema misto che comprende asili comunali, paritari e privati e su questi, soprattutto, si basa, per rispondere agli obiettivi europei che obbligano gli stati a impegnarsi a fornire servizi 0-3 anni ad almeno il 33% degli aventi diritto. Ci sveglieremo alla fine di questa emergenza in un Paese che avrà perso più della metà degli operatori diretti e buona parte dell’indotto. Sarà scomparso un pezzo di eccellenza italiana che ha consentito al nostro Paese di raggiungere altissimi traguardi nei servizi psico socio pedagogici e ludici dedicati alla fascia 0-6” continua Domenico Crea. “Abbiamo bisogno di essere aiutati, di poter raccontare con puntualità e precisione la grave situazione di questo momento, proprio ora che il rientro alla normalità rischia di fare abbassare ulteriormente l’attenzione. Contiamo sul fatto che moltissime famiglie ritengono i servizi 0-6 un bene imprescindibile. Nelle famiglie ci sono politici, giornalisti, assessori, dirigenti, operai, infermieri… non possono lasciare che questa pandemia travolga i nostri bambini.
Con il varo del Decreto Scuola da parte del Governo ci eravamo illusi che finalmente avremmo ricevuto risposte adeguate alle richieste delle famiglie e degli operatori del settore, ma ancora una volta la scuola dell’infanzia e gli asili nido non hanno avuto alcuna menzione in tali provvedimenti, quasi avessero voluto scientemente non affrontare tale argomento o non dare adeguata dignità a un settore in verità così delicato per tutta la nostra società. L’Italia riteniamo abbia il sacrosanto diritto di sapere come e quando potrà contare sulla riapertura della scuola dell’infanzia e in particolare le famiglie che dovranno godere di tale servizio come anche le aziende che lo erogano e gli oltre 500 mila lavoratori che prestano la loro insostituibile opera educativa e sociale” conclude Domenico Crea.